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31/12/2015| Salvatore Recupero (ilprimatonazionale.it)

 

 

Un altro luogo comune sfatato: quest'invasione non ha senso

 

 

 

 

Una brutta sorpresa ha rovinato le feste al Presidente della Camera Laura Boldrini. Ieri l’Istat ha presentato i principali risultati dell’approfondimento tematico sull’integrazione di stranieri e naturalizzati nel mercato del lavoro. I risultanti non sono certo confortanti. Vediamo perché. Secondo lo studio del principale istituto di statistica: “Dal 2008 al 2014 il tasso di occupazione degli stranieri ha subìto una contrazione di 6,3 punti, molto più accentuata rispetto a quella dei naturalizzati e degli italiani dalla nascita (-3,0 e -3,3 punti, rispettivamente). Al contempo, il tasso di disoccupazione degli stranieri è quasi raddoppiato rispetto a sei anni prima (+7,1 punti rispetto a +5,2 per gli italiani dalla nascita)”.
Ma, il disagio serpeggia anche tra i lavoratori stranieri. Da questa ricerca emerge che: “Il 29,9% degli occupati stranieri 15-74enni dichiara di svolgere un lavoro poco qualificato rispetto al titolo di studio conseguito e alle competenze professionali acquisite, percentuale che scende al 23,6% tra i naturalizzati e all’11,5% tra gli italiani”.
Ma, com’è possibile? I lavoratori stranieri sono diventati un po’ choosy, come direbbe la Fornero. Comincia così a scricchiolare il dogma del migrante disposto a fare ogni lavoro per sostenere la sua famiglia. Eppure, qualche intellettuale contava su di loro per salvare la nazione. A detta della stampa progressista, un grande flusso di migranti ci garantiva la stabilità del sistema pensionistico. I democratici di ogni sigla cercano di capire come incentivare gli stranieri a venire e soprattutto a restare.
Ed infatti, Parlamento si è dato molto da fare su questo argomento. I migranti, a breve, si sentiranno a casa quando verrà approvato al Senato il Disegno di Legge, già deliberato alla Camera dei Deputati, sulla nuova cittadinanza (Ius soli temperato e lo Ius culturae).
L’argomento è già stato affrontato su questo sito. Ma, è bene ricordarlo. Se non altro per non rovinare il capodanno alla Presidentessa.
In base al principio dello Ius soli temperato viene riconosciuta la cittadinanza italiana a chi è “nato nel territorio della repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia residente legalmente in Italia, senza interruzioni, da almeno cinque anni, antecedenti alla nascita”. Insomma, uno dei genitori può essere clandestino mentre l’altro deve essere in regola da almeno cinque anni.
Veniamo poi allo Ius culturae: “I ragazzi, figli di genitori stranieri, che sono entrati in Italia entro il compimento del dodicesimo anno di età potranno ottenere la cittadinanza italiana se avranno frequentato in maniera regolare per almeno cinque anni le scuole italiane”.
Il principio è semplice frequentare le scuole del Bel Paese ti rende italiano. La ratio è lapalissiana. È un po’ come dire che qualche italiano, mangiando troppo cibo cinese, potrebbe svegliarsi, un giorno, con gli occhi a mandorla.
Ma, se non dovesse bastare l’appoggio della politica, i migranti possono contare anche sull’appoggio del Vaticano. Papa Francesco in occasione della benedizione Urbi et Orbi, si è scordato dell’Urbe per difendere i migranti. “Non manchi il nostro conforto - ha detto Bergoglio - a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra. Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosità per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per sé e per i propri cari e ad integrarsi all’interno delle società che li ricevono“. Per Bergoglio, la cooperazione internazionale si basa sulla logica del si salvi chi può.
Tornando alla Boldrini, quindi, la presidentessa può stare tranquilla. Tutti hanno a cuore gli immigrati. E gli italiani? Per loro la soluzione è a portata di mano: si fingano stranieri.