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30/12/2015 | ansamed.info

 

 

 

Il blocco del governo israeliano ai finanziamenti alle Ong

 

 

 

 

Un'iniziativa parlamentare dal tono ostentamante pacato - la 'Legge sulla trasparenza' - ha acceso la miccia fra il governo nazionalista di Benyamin Netanyahu e l'opposizione di sinistra. Nel mirino ci sono Ong israeliane finanziate - a dire del premier - per oltre il 50 per cento da "entità straniere": sono quasi tutte vicine a posizioni di sinistra, fatta eccezione per una Ong a favore dei sopravvissuti alla Shoa. In realtà si tratta di ''un crimine d'odio verso la democrazia - ha denunciato Peace Now (Pace adesso) - Vogliono delegittimare chi critica la politica del governo''. E il romanziere Amos Oz ha polemicamente chiesto ai connazionali di "tassarsi" per un'altra Ong di sinistra, Betzelem, che denuncia infrazioni dei diritti umani nei Territori. Nel frattempo però la violenza continua a serpeggiare fra palestinesi ed israeliani, e la lista dei morti si allunga.
A spronare Netanyahu perchè desse il via libera alla Legge sulla trasparenza sono stati i nazionalisti del partito 'Focolare ebraico' secondo cui diversi Paesi stranieri interferiscono indebitamente nelle questioni interne di Israele.
Lo farebbero finanziando in modo sostenuto Ong contrarie alla colonizzazione dei Territori, mobilitandosi nel denunciare gli eccessi dell'esercito, impegnando il governo in continue schermaglie alla Corte Suprema in difesa dei diritti di varie minoranze. Con l'obiettivo di ''proteggere la sovranità israeliana'', già alcuni anni fa quelle Ong erano state obbligate a riferire ogni tre mesi di ogni finanziamento ricevuto da ''entità straniere''.
Ma 'Focolare ebraico' ritiene che non basti. Se la nuova legge sarà approvata alla Knesset, i rappresentati di quelle Ong dovranno esibire un distintivo particolare (simile a quello imposto a emissari di lobby) durante ogni incontro con esponenti pubblici. In maniera almeno implicita daranno dunque l'impressione di essere al servizio di interessi stranieri. La reazione dell'opposizione è stata furibonda. Tzipi Livni, ex ministra della giustizia, ha sostenuto che non a caso ''la nuova legge ignora quei finanziatori privati che riversano cifre molto più consistenti a Ong vicine al movimento dei coloni e alla destra nazionalista'': gruppi che rientrano cioè nell'area del governo. Il deputato comunista Dov Khenin ha inoltre rilevato con collera che nessun distintivo è previsto dalla legge per Sheldon Adelson, nonostante da anni l'uomo d'affari statunitense finanzi il tabloid Israel ha-Yom, che sostiene Netanyahu.
''Invece di combattere il terrorismo della destra - ha denunciato Peace Now - Netanyahu promuove una legislazione che vuole imporre distintivi particolari solo a chi lotta per la pace e per i diritti umani''.
Nelle strade di Israele e della Cisgiordania intanto il sangue continua ad essere versato ogni giorno. A Gerusalemme un soldato è stato accoltellato da un assalitore palestinese, che è stato bloccato ed arrestato. Poco dopo a Huwara (Nablus) due palestinesi hanno attaccato soldati ad un posto di blocco: uno è stato ferito dagli assalitori, l'altro è stato colpito accidentalmente dal fuoco di reazione dei commilitoni. Gli assalitori palestinesi sono stati uccisi sul posto. Per Israele, legittima difesa. Per le reti sociali palestinesi, una ''esecuzione sommaria''.
E l'Anp (Autorità nazionale palestinese) si accinge a rivolgersi a forum internazionali per chiedere protezione per la popolazione civile.