Questo sito si serve dei cookie tecnici e di terze parti per fornire servizi. Utilizzando questo sito acconsenti all'utilizzo dei cookie.


Il 16 e 17 dicembre, durante la crisi catalana, ha avuto luogo un dibattito a Madrid. Il 16 nella sede dell'Associacion Hermandad si è parlato di “popoli, regioni e nazioni,  cemento d'Europa”. Gabriele Adinolfi , introdotto da Maria Giovanna de Palma ha sostenuto che la crisi catalana è l'effetto di logiche desuete perché nell'era dei satelliti e dei mercati globali la sovranità istituzionale non può più essere quella del passato. Non si può più ragionare con schemi giacobini e questo è un problema comune ai due campi in conflitto. Sono ben altri i criteri sociali e civili all'attualità per risolvere le questioni in corso. Il direttore di Synthèse Nationale, il francese Roland Hélie ha spiegato che i nazionalisti corsi e bretoni e i regionalisti alsaziani e normanni pur critici con il centralismo di Parigi non pretendono di fare secessione. Il greco Athanassios Tanos ha paventato il rischio di frammentazione delle nazioni mettendo l'accento sul pericolo che si corre in Grecia di una secessione da Salonicco. Lo spagnolo Enric Ravello Barber ha rivendicato le ragioni catalane alimentate da un centralismo madrileno plurisecolare.
In serata al ristorante Puerta Grande si è tenuta una cena-dibattito “Tra giacobinismo e indipendentismo una terza via è possibile”. Il tema è stato sviluppato in maniera particolare da Gabriele Adinolfi.
Il 17 dicembre all'hotel Nueva Madrid si è tenuta una tavola rotonda sul tema con folta partecipazione di pubblico.